La cultura e la società attuale sono orientate verso criteri estremi di settorializzazione e segmentazione. Sempre più si pretende una specializzazione di ruolo ed il possesso delle relative, specifiche competenze; tutto il sistema educativo sembra ignorare quanto, nel rapporto d'insegnamento, sia possibile occasionare consapevolezza, cultura umana e ricerca del fine ultimo dell'uomo: la felicità.

L’operatore, il professionista, il ricercatore, adeguandosi a questa tendenza collettiva, perde inevitabilmente la capacità di contatto e la propria generatività creativa d'influenzare umanità. La specializzazione di settore è sicuramente l’elemento più qualificante nella definizione della competenza, accanto ad essa però va rivalutato e migliorato il contatto comunicativo, la dialettica con l’intero che ci circonda e ci comprende, i valori governanti l'esistenza. Rispetto alle origini della Scholé, il flusso dell'insegnamento appare adesso come bloccato al suo massimo fine e il nostro intento, è proprio quello di rievocare quell'ellenica metodologia maieutica originale, capace di promuovere consapevolezza nella didattica pratica.

Ogni Accademia, in qualsiasi settore, saprà diffondere questo fattore H, base per interpretare e decodificare in maniera completa ogni tipo di comunicazione inerente l’essere umano (nella sua salute psicofisica, individualità, dimensione sociale) grazie alla compartipazione e appartenenza nella nostra realtà. La formazione è dunque metadisciplinare piuttosto che interdisciplinare; la pratica è sempre orientata al meta-livello del problema per poterlo isolare e risolvere radicalmente.